Česky Rusky

Dark Tourism ossia Turismo macabro

Non ci si puó far nulla - é nella natura umana di interessarsi delle cose strane, macabre, terrificanti. Allora perché non sfruttare questo fenomeno anche nel campo del turismo? Direi che questa é la filosofia del business di proprietari dei musei della tortura dovunque siano, delle agenzie viaggi specializzate nei "Ghost tour" notturni e di tutti gli altri che cercano di guadagnare soldi facendo rabbrividire i prossimi. Gradite qualche esempio? Londra - giro sulle tracce di Jack Lo Squarciatore. Palermo - convento dei cappucini. Bistrita - Romania - visita del castello del conte Drakula...Il viaggio sulle orme della storia „cupa" è ormai diventato uno dei nuovi segmenti del turismo. Qualcosa da offrire ha anche la Repubblica Ceca.

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L’OSSARIO SEDLEC  – KUTNÁ HORA

Un luogo sotterraneo inquietante e al tempo stesso affascinante che fa riflettere sul senso e sul ciclo della vita. Nella piccola cripta le sue decorazioni sono eseguite con ossa umane…

L´ uomo che vive nel 21 secolo di solito non pensa volentieri alla propria morte. É abituato osservare la morte di altrui – nel telegiornale, nei film, nei videogiochi. La morte “vera” ormai é nascosta dietro le quinte – negli ospedali, nelle case di cura. Cosí, quando entra nella cappella ossario di Sedlec, in periferia della graziosa cittadina di Kutná Hora rimane sbalordito. le ossa umane sono dappertutto. Pendono dal soffitto in forma di lampadari, “abbeliscono” gli altari, creano gli stemmi nobiliari, le iscrizioni oppure sono depositate dietro le grate formando i tumuli. L’ossario risale all´inizio del 18 secolo e contiene approssimativamente 40.000 scheletri umani scomposti. L´uomo di quei tempi capiva perfettamente quel messaggio. Memento mori, figlio di Adamo…ossia

Noi eravamo quello che voi siete, e quello che noi siamo voi sarete“.

L’OSSARIO DI MĚLNÍK

L’ossario di Mělnik, assieme all’ossario di Sedlec alle porte di Kutná Hora, appartiene agli ossari più grandi della Repubblica Ceca. È situato nella cripta sotto il presbiterio della chiesa prepositurale dei Santi Pietro e Paolo. Attorno alla chiesa si estendeva, da tempi immemorabili, un cimitero che però, soprattutto durante le epidemie di peste, non riusciva a contenere numerose sepolture, per cui i becchini riesumavano residui ossei e li sistemavano nell’ossario. La maggior parte delle chiese parrocchiali disponeva degli ossari legati alla presenza di cimiteri. L’ossario di Mělnik serviva alle sue finalità fino al 1775, quando il cimitero presso la chiesa fu completamente chiuso. Secondo la disposizione governativa del 16 agosto 1787 gli scheletri provenienti dagli ossari dovevano essere sepolti in terra. A Mělnik però adempirono al provvedimento murando l’entrata e finestre dell’ossario e spostando il cimitero nei paraggi della chiesa di S. Ludmila in periferia. Scendiamo ora le ripide scale. Sulla parete si legge in latino ECCE-MORS, le parole sono composte dai teschi cosí come i tre simboli cristiani – fede, speranza, caritá. La croce, l ´ancora, il cuore. La parete chiamata il Calvario é costruita dalle ossa delle gambe e delle braccia. Nell’ossario  si trovano i resti di circa 10/15 000 persone di svariata età, sesso ed origine etnica, perché in passato ci furono portate le ossa ritrovate nei vari luoghi attorno alla città di Melnik, i risultati di battaglie della guerra di trent’anni e di altri eventi bellici.

LE MUMMIE DI VAMBERK

Nei vasti sotterranei del monastero di Broumov nella Boemia orientale vi sono sepolte 34 mummie provenienti dalla cripta della chiesa parrocchiale di S. Procopio di Vamberk. A metà degli anni ’80, mentre nelle immediate vicinanze della chiesa di S. Procopio di Vamberk c’erano in corso lavori di scavo, si è verificata una rottura di canalizzazione e di conseguenza le acque di scarico sono entrate nella cripta. Questa fuoriuscita ha causato il cambiamento delle condizioni climatiche all’interno della cripta (dove c’è stato rilevato un elevato aumento di umidità), molte mummie hanno cominciato a decomporsi ed alcune dovevano essere addirittura sepolte in terra. Dal numero iniziale di circa 50 mummie, ne erano salvate 34, temporaneamente depositate nel magazzino della succursale del Museo provinciale dei Monti Orlicke di Vamberk, quindi nel 2000 trasferite nel monastero di Broumov. Tra le mummie di persone adulte ci sono anche due mummie di bambini.

LA CRIPTA DEI FRATI CAPPUCCINI DI BRNO

L’Ordine dei Frati Minori Cappuccini è è uno dei tre ordini mendicanti maschili di diritto pontificio, che oggi costituiscono la famiglia francescana. I suoi membri vengono chiamati in modo popolare cappuccini (dall’italiano cappuccio), secondo il lungo cappuccio a punta del saio con il quale si distinguono dai Frati Minori e Frati Minori Osservanti. Nei paesi boemi arrivarono da Vienna attorno al 1610 e si stabilirono a Praga, Olomouc e a Brno. Nel sepolcro dei Cappuccini vi è inoltre seppellito il noto comandante dei Panduri il colonello Franz von der Trenck (1711 – 49) che nel 1749 morì come prigioniero al castello di Brno, Špilberk. Nella cripta vi è anche il famoso epitaffio: “Voi siete quello che noi eravamo, noi siamo quello che voi sarete”… Una curiosità piuttosto morbosa è l’enorme candeliere composto da teschi ed ossa incastrate tra loro.

IL  MUSEO DELLA TORTURA DI ČESKÝ KRUMLOV

All’interno dell’antico Municipio (in piazza Náměsti Svornosti n° 1) sono stati ristrutturati gli scantinati medievali per collocarvi un’esposizione del Museo della tortura. Il visitatore in questo ambiente autentico viene coinvolto nei tempi del crudele medioevo che rappresentava il periodo di fioritura della tortura, quando per estorcere delle informazioni e delle confessioni sia dalle persone colpevoli che quelle innocenti venivano utilizzati i metodi più atroci assieme agli strumenti di tortura diabolici. Sulla superfice di oltre 400 m2 ci sono esposti quasi 100 strumenti per la tortura. Tutta l’esposizione è animata dalle  statue di cera e integrata di due effetti audiovisivi – la messa al rogo delle streghe e la decapitazione.

L’ABISSO  MACOCHA (LA MATRIGNA)

Il fatto che l’abisso Macocha  ha preso il suo nome da una certa matrigna che ci fece precipitare il suo figliastro, lo sanno tutti i visitatori del Carso moravo. Ma non tutti sanno che il nome deriva da un evento realmente accaduto. Secondo le fonti storiche (Vigsius, 1663) la leggenda tramandata da generazione a generazione è basata sulla verità. Nell’abisso Macocha finiscono spesso purtroppo anche le persone che in preda alla disperazione suicidarsi. Ma per fortuna da tempi immemorabili l’abisso invita ad avvicinarsi ai suoi cigli boscosi e strapiombi rocciosi non solo i suicidi, ma anche gli avventurieri, poeti, scrittori e pittori.

LA CHIESA DI SAN GIACOMO MAGGIORE A  PRAGA

Alla chiesa sono connesse alcune particolari leggende. Una narra di un ladro che dopo la messa rimase chiuso dentro a rubare. Quando però tese la mano per portare via dall’altare una statuetta della Madonna, quella lo afferrò per la mano. La Madonnina non mollò la presa e il ladro non riuscì a scappare. Così la mattina dopo lo trovò il parroco tutto sorpreso. Ma siccome il ladro non riuscì a staccarsi dalla Madonnina, non mancava altro che stroncargli il braccio. Fu deciso di appenderlo sopra l’entrata della chiesa per ricordare a tutti uno dei Dieci comandamenti. Il ladro fece la penitenza, ma il suo braccio è ancora oggi appeso nella chiesa.