Cipolla che non é cipolla
Paese che vai frutta e verdura che trovi, si potrebbe modificare il noto detto. Infatti. I nostri antenati che non hanno mai visto cocodrilli li scambiavano per draghi. La stessa cosa poteva succedere anche con fiori o frutta esotica. La cipolla invece nella Boemia la conoscono tutti.

Viaggiare significa anche conoscere prodotti tradizionali del paese visitato. Quando accompagno i miei clienti italiani per Praga gli faccio vedere posti dove si presenta artigianato locale. Nella Rep.Ceca ci sono tanti boschi e la lavorazione di legno ha una lunga storia. Lo sapevate che le matite amate dai designer ed artisti da tutto il mondo del marchio Koh-i Noor Hardmuth si producono da 1848 nella fabbrica a České Budějovice, capoluogo della Boemia meridionale? A ovest invece nella fabbrica Moser di Karlovy Vary, famosa cittá termale si produce il pregiato cristallo boemo. A nord, nella cittá di Dubí da 1885 regna la porcellana. E di quella porcellana vorrei dirvi di piú.
Porcellana con il decoro floreale blu sullo sfondo bianco. La famosa porcellana boema chiamata cibulák (cipolla) per molti ormai é passata di moda. Roba di vecchi tempi, set di piatti ingombrante, delicato da trattare, guai se si rompe un pezzo. Meglio piatti colorati ed economici di IKEA. Per altri invece il servizio da tavola iconico che rappresenta la tradizione e maestranza, momenti felici trascorsi con la famiglia magari sotto l´ albero di Natale oppure festeggiando il compleanno della nonna.
Sono cresciuta nel paese socialista del mercato pianificato con prezzi stabiliti dal governo e la concorrenza inesistente. Ragazze di solito si sposavano subito dopo la scuola e a 20 anni mettevano su famiglia. La dote della sposa veniva preparata anno dopo anno da genitori. Biancheria da letto, asciugamani, piatti, bicchieri, posate. Come quasi tutte le mie amichette ogni anno (a partire da non so, i miei sette anni?) sotto l´ albero di Natale trovavo con la mia „grande gioia“ una scatola con la scritta „fragile“ e non dovevo neanche aprirla per sapere cosa sta dentro. Un altro piatto del famoso servizio di porcellana bianca e blu. Cosí pian piano si completava il set per le ocassioni speciali e visto che la offerta dei prodotti „per bene“ era piuttosto limitata la porcellana cipolla la trovavi in tante case.
Dopo la caduta del régime il mondo si é aperto, la gente é cominciata a viaggiare e di bei piatti da trovare c´ é imbarazzo della scelta. Cosí la tradizionale porcellana boema passó al secondo piano. Era cosí anche per me per molti anni ma devo confessare che ormai che sono diventata „meno giovane“ la guardo con la nostalgia e una volta all ´anno apro con cautela le scatole piene di piatti e piattini per imbandire la tavola natalizia.
E dai, sono belli. Il bianco si sposa bene con il blu (creato da ossido di cobalto) del decoro floreale. La tecnica della porcellana bianca e blu venne sviluppata in Cina nel 14.sec. 4 secoli piú tardi, precisamente nel 1885 é stata aperta la fabbrica di porcellana a Dubí, in Boemia settentrionale nella zona montuosa di Monti metalliferi. La decorazione sotto smalto non si fa piú a mano ma si usano lastre di stampa in acciaio. Si dá omaggio ai maestri cinesi rappresentando piante esotiche e bastoni di bambú, sui piatti e tazze sbocciano peonie e crisantemi ma il motivo principale che si nota subito é …la cipolla. Ma sará davvero cipolla? Certo che no. In effetti si tratta di melagrano solo che qui allora nessuno lo conosceva. Cosí per sbaglio é nato cibulák, la porcellana cipolla.