Česky Rusky

Palazzo Lobkowicz al Castello di Praga

Anche se oggi titoli nobiliari (almeno nel mio paese) non si usano piú i palazzi storici si tengono nomi delle rispettive famiglie agiate. L´ unico palazzo privato nell´ intero Castello di Praga appartiene alla famiglia di Lobkowicz, é acessibile ed la sua visita é una grande sorpresa.

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La famiglia dei Lobkowicz è una delle più antiche famiglie nobili della Boemia, sempre molto legata alla propria terra. Le loro origini risalgono al 14 sec. Tra i membri del casato troviamo viaggiatori, politici, diplomatici, militari, mecenati dell´ arte, musicisti.  Con il crollo dell’ Impero Austriaco  e durante il periodo nazista e quello comunista la famiglia perse i propri titoli e possedimenti e solo nel 2002 gli é stata restituita una parte delle proprietá immobili. Nel 2007 dopo l´ accurato restauro il palazzo Lobkowicz é stato riaperto al pubblico come uno dei luoghi piú interessanti al territorio del Castello di Praga. A differenza degli spazi piú o meno vuoti della residenza reale le stanze del palazzo sono arredate, sulle pareti sono esposti preziosi quadri delle collezioni dei Lobkowicz compresi veri capolavori come la Madonna col bambino oppure la Fienagione di Peter Breugel. E poi armi, ceramiche e porcellana, spartiti originali e strumenti musicali dell´ immenso valore. Il palazzo Lobkowicz é un tesoro tutto da scoprire. Siate benvenuti! Puó darsi che durante la Vostra visita al palazzo incontrate addirittura William Lobkowicz o la moglie Alexandra.

SECONDO PIANO

Prima di entrare, ecco uno dei membri della famiglia, Max Lobkowicz, nato nel 1888, sulla foto grande e con sua moglie Gillian Somerville.

Si sono conosciuti a Londra dove Max ha lavorato in carica dell´ ambasciatore cecoslovacco dal 1919. Dal 1918 i Lobkowicz cosí come altri membri delle famiglie nobili nella Cecoslovacchia non hanno potuto usare i loro titoli, soppressi dal nuovo stato. Durante la occupazione nazista faceva parte del governo cecoslovacco in esilio. Nazisti gli hanno confiscato tutti i beni della famiglia. Dopo la guerra i possedimenti sono stati restituiti ai Lobkowicz, ma per breve tempo. Nel 1948 i comunisti sono saliti al potere e hanno cominciato con la nazionalizzazione. La moglie di Max allora si trovava a Londra e da lí  ha mandato al marito un telegramma fingendo la malattia. Doveva servire come una specie di lasciapassare per poter uscire dalla Cecoslovacchia comunista, e infatti lo servi. Il governo ha concesso a Max due giorni per raggiungere la moglie. É partito prima per Londra e poi con la moglie per gli Stati Uniti dove é vissuto fino alla morte nel 1967. Nella  patria dove ha lasciato ben 13 castelli appartenenti una volta alla famiglia, ormai nazionalizzati, non é piú tornato. Per fortuna i tempi sono cambiati. Nel 2002 il palazzo é stato restituito ai proprietari e da 2007 signori Lobkowicz dopo il lavoro molto impegnativo danno ai visitatori la possibilitá di ammirare nel loro palazzo l´  esposizione permanente Tesori della collezione dei Lobkowicz

SALA DEI PERNŠTEJN 

Per capire la storia dei Lobkowicz bisogna fare un grande passo indietro, fino alla  casata di Pernštejn, un´ altra famiglia nobile boema, perché proprio quella “forní” piú tardi ai Lobkowicz uno dei castelli piú amati in seguito – castello di Roudnice. Infatti anche il palazzo dove vi trovate adesso fu costruito da Jaroslav Pernštejn nella metá del 16 sec. É il signore vestito in nero con il cordone. Suo fratello Vratislav il Magnifico lavoró per l ´imperatore Massimiliano d´Asburgo in carica del cancelliere del Regno di Boemia e quando dalla Spagna arrivó la futura sposa dell´imperatore, Maria, figlia di Carlo V, nel suo seguito si trovava tra le dame di corte anche la sposa per Vratislav –Maria Marique de Lara y Mendosa. E lei a creare “la casa spagnola” a Praga. In famiglia si parlava spagnolo, si vestiva alla spagnola ed erano pittori spagnoli a dipingere ritratti dei membri della famiglia, parenti e amici.  I ritratti dei coniugi sono collocati ai lati della vetrina con la copia del famoso Bambino di Praga.  Era proprio Maria Manrique a portare il bambinello dalla Spagna donato dalla madre per le nozze con il canceliere boemo Vratislav. Guardate bene la signora e provate a indovinare, quanti figli ha potuto avere…5? 10? Ben 22!!! Incredibile. In questa sala possiamo trovare alcuni  ritratti dei figli superstiti – ci sono Jana di Pernštejn,suo fratello Jan, sorella Bibiana che sposó Francesco di Gonzaga – ecco, le tracce vanno anche in Italia. Manca la figlia piú famosa, Polyxena. Andiamo a vedere il ritratto di lei e di suoi due mariti nella seconda sala.

SALA DEI ROŽMBERK 

Certo, rispetto i mariti, uno dopo altro. Polyxena di Pernštejn é raffigurata nel vestito bianco subito accanto alla porta, alla sua sinistra c´ é il primo marito, Vilém di Rožmberk. Come i Pernštejn, anche i Rožmberk appartenevano alle casate piú potenti del Regno della Boemia. Vilém cominció la sua carriera molto giovane, in etá di 16 anni diventó amministratore del patrimonio familiare. Come la sede scelse il castello di Český Krumlov nella Boemia meridionale che fece ricostruire dal castello medievale alla sfarzosa residenza rinascimentale. Ma torniamo al matrimonio con Polyxena. Lei, al giorno delle nozze, 21 anni. Lui, 51. Era l ´ ultimo, quarto matrimonio di Vilém, ormai vecchio e malato. Non oserei giudicare Polyxena, comunque era matrimonio combinato soprattutto per aiutare materialmente ai parenti poveri di Pernštejn. La giovane sposa riuscí a persuadere il marito praticamente moribondo di cederle il castello di Roudnice che poi, insieme con il palazzo nel quale ora Vi trovate, portó al casato di Lobkowicz, sposandosi per la seconda volta. Il piccolo ritratto del secondo marito, Zdeněk Vojtěch Popel di Lobkowicz é appeso sopra un tavolino contenente la corrispondenza dei coniugi. Lui la chiama principessa dorata, lei gli scrive: che Dio ti protegga da ogni male, amore mio e che ti dia tutto ció che desideri tranne un´ altra donna.

Zdeněk Vojtěch Popel di Lobkowicz ricoprí la carica del cancelliere boemo per ben 30 anni e nel 1624 l´imperatore Ferdinando II lo nominó il principe del Sacro Impero romano. A partire da Zdeněk contano i Lobkowicz tutti i futuri principi. A proposito – la parola ceca popel significa la cenere. Il motto di Zdeněk fu: cenere sono e cenere saró. Polyxena e Zdeněk creano presso la corte di Praga la fazione cattolica e il loro palazzo al Castello di Praga divenne centro della vita sociale e culturale. E proprio nel palazzo trovarono rifugio  disgraziati ministri imperiali gettati fuori dalla  finestra in maggio 1618 – si, la famosa defenestrazione di Praga. Il motivo del volo? La nobiltá protestante si ribelló contro le leggi repressive degli Asburgo e decise di chiarire le cose con i luogotenenti dell ´imperatore Slavata e Martinic. Quei due certo non poterono resistere  quando nella Cancelleria boema fecero irruzione quasi 100 membri della fazione protestante! Dopo un breve dibattito animato fu presa la decisione – fuori dalla finestra. Slavata, Martinic e anche  lo scrivano Fabrizio volarono giú. Se visitate gli interni del Castello di Praga, andate a dare un´ occhiata anche nella Cancelleria passando per la sala di Vladislao. La finestra é lí, in altezza di ben 15 metri. Come mai allora tutti e tre sopravissero? Esistono due versioni. Sentiamo prima quella cattolica: era grazie agli angeli celesti che con le ali salvarono fedeli servitori della Corona! La versione protestante invece puzza un po´, nel vero senso della parola. Sotto la finestra si trovava enorme letamaio nel quale quei tre atterrarono come sul materasso. Se la  cavarono con qualche livido e gonfiore, uno batté la testa, l´ altro si fece male alla gamba. Peró non erano ancora fuori dal pericolo, dovettero trovare presto un rifugio. Da lí al palazzo Lobkowicz sono poche decine di metri. E tutti sapevano che la signora Polyxena avrebbe aiutato rappresentanti cattolici. Uno dei momenti piú drammatici della storia boema é raffigurato sul quadro dipinto dal famoso pittore boemo Václav Brožík. Qui nel palazzo Lobkowicz é esposta la copia. La intrepida contessa Polyxena sta in centro della stanza di fronte alla folla inferocita dei protestanti mentre i rifugiati sono nascosti dietro un paravento. La leggenda vuole addirittura che Polyxena nascose gli scampati sotto le pieghe delle sue voluminose sottane.

Alle prime nozze di Polyxena con Vilém di Rožmberk era presente l´imperatore Rodolfo II in persona. Secondo la documentazione d´epoca al banchetto nuziale  vennero mangiati 36 cervi, 49 caprioli, 5 800 carpe, 1 290 lepri e bevuti 150 botti di birra e 70 di vino  In ocassione delle seconde nozze con Zdeněk Popel di Lobkowicz Rodolfo II donó agli sposi l´ altare da casa in ebano e argento, esposto oggi nel  palazzo Lobkowicz. Si tratta dell ´opera preziosa proveniente dalla bottega dei Castrucci, maestri italiani che si specializzavano in arte delle pietre dure. Forte é anche il simbolismo dell´altare. La donna in ginocchio davanti alla croce é santa Margarita, riverita dalle donne incinte perché vegliase sul loro parto. Rodolfo II riteneva che la sua intercessione fosse necessaria visto che nel primo matrimonio Polyxena non ebbe figli. Ai lati dell´ altare si trovano ritratti in miniatura di coniugi e i loro rispettivi stemmi, aquile di Lobkowicz, il toro dei Pernštejn.

Non manca il ritratto del donatore, lo stesso imperatore Rodolfo, 35 anni al potere. Rodolfo II trasferí la corte imperiale da Vienna a Praga – l´ unico Asburgo di averlo mai fatto. Visitava artisti nelle loro botteghe, incitava alchimisti, patrocinava scienziati della corte. Praga visse il secondo periodo d´ oro. Purtroppo con il passare del tempo Rodolfo che soffrí attacchi di malinconia divenne sempre piú malato e fu costretto ad abdicare. Peró fino alla sua morte continuó a farsi chiamar re di Boemia. A differenza da altri Asburgo Rodolfo II fu sepolto nella cattedrale di san Vito.

Prima di lasciare la pinacoteca, date un´ occhiata ai due quadri. Il primo vi sembrerá di averlo giá visto da qualche parte. Si tratta di una fanciulla con il viso da angelo dipinta nei suoi 4 anni. É infanta Margarita di Spagna, per qualche tempo l´ unica erede del Regno spagnolo. Se siete stati a Madrid, nella galleria di Prado si trova un´ altra sua immagine, il quadro Las meninas. Il pittore Velasques era l´ unico ad avere il permesso del re Filippo II di ritrarre lui e membri della sua famiglia. Margarita sará ancora piú bella se la paragonate con l´ uomo accanto a lei. É Leopoldo I, rinomato per la sua bruttezza, zio e allo stesso tempo cugino di Margarita… e anche suo marito! Il motivo di questo matrimonio combinato era la preoccupazione della corte di Madrid di estinguersi senza eredi maschi. Margarita fu mandata a Vienna con l´ unico scopo – avere figli. A 15 anni sposó suo parente piú grande di lei di 11 anni. In 6 anni di vita insieme Margarita partorí 6 figli ma in vita rimase solo una figlia. Nonostante l´ aspetto fisico Leopoldo I era molto intelligente, istruito e gentile con la moglie. Rimase al trono per ben  47 anni. Grazie a lui Vienna diventó una delle cittá piú belle in stile barocco. Il matrimonio nonostante la differenza dell´ etá era felice. I coniugi amavano musica e teatro e spesso partecipavano agli spettacoli come attori. Margarita purtroppo dopo 6 gravidanze era esausta e morí a soli 22 anni… il vdovo si sposó ancora tre volte.

SALA CON LA CERAMICA 

Passiamo ora nella sala con la ceramica dove potete ammirare bellissimi servizi da tavola provenienti dalle botteghe piú famose comprese Delft e Meissen. Piú di 400 anni ha il servizio dei Pernštejn, ordinato per Vratislav nel 1556 quando dall´ imperatore Filippo II ottenne come il primo boemo Ordine del Toson d´ oro. Guardate con cura il disegno sui piatti – oltre lo stemma giá noto, il toro dei Pernštejn, c´é anche Toson d´ oro. Ordine del Toson d’oro fu istituito nel 1430 da Filippo III di Borgogna a Bruges per celebrare il proprio matrimonio. I primi cavalieri erano 24 nobiluomini della corte di Filippo di Borgogna, nel corso dei secoli il numero era salito a 30 cavalieri, nel 19 secolo il numero dei cavalieri diviene illimitato. L’ Ordine del Toson d’ Oro, uno dei più prestigiosi al mondo e il più importante in Europa, venne dedicato a sant´Andrea, che ancora oggi è il patrono supremo dell’Ordine.  L’Ordine veniva concesso esclusivamente a nobili di religione cattolica e  veniva conferito direttamente dall’ Imperatore. I cavalieri dell’ Ordine godevano di una quasi totale immunità giudiziaria. Nel 14 secolo, l’Ordine passò all’ Imperatore Carlo V d´ Asburgo, sotto il suo governo era stata praticamente riunita tutta l’  Europa, e divenne la più potente organizzazione cavalleresca esistente nel mondo. Come tale  ricevette la piena approvazione e il totale sostegno della Santa Sede. Nel 1577 Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V, ottenne da papa Gregorio XIII l’esclusività di nominare cavalieri tra le alte classi sociali, rendendo quindi l’ Ordine ancora più influente. Dal 19 secolo  l’ordine del Toson d’oro diventó un privilegio reale, un simbolo di distinzione e di fiducia regia. Anche dopo il crollo della monarchia austriaca nel 1918 La sovranità rimase per tanto al capo della casata degli Asburgo d’Austria. Tanto per curiositá, ecco alcuni membri attuali dell´ Ordine del Toson d´Oro: presidente francese Sarkozy, re Juan Carlos I. di Spagna, imperatore di Giappone Akihito

SALA DEL TESORO 

Entriamo nella sala del tesoro. Uno dei quadri piú preziosi nella collezione Lobkowicz é la Madonna con il bambino, santa Barbara e santa Caterina di Lucas Granach il Vecchio che risale al 1520. Ai piedi di santa Barbara si vede un frammento della ruota spezzata, lo strumento della sua tortura. Anche santa Caterina diventó vittima di una morte atroce, per mano di suo padre che a sua volta morí colpito dal fulmine. Santa Caterina é patrona dei vigili del fuoco, artilieri e fabbricanti dei fuochi d´ artificio. Fino al terzo conte, i Lobkowicz collezionavano solo ritratti dinastici, fu Ferdinand August il primo vero collezionista in famiglia. Oggi fanno parte della collezione diversi oggetti liturgici, quadri, reliquiari, oggetti antichi. Molto preziosa é la croce da processione realizzata in cristallo di rocca rivestito d ´ argento con decorazioni di filigrana d´ oro. La croce risale alla prima metá del 12 secolo. Un altro oggetto raro é il busto reliquiario che rappresenta con molta probabilitá santa Orsola. É in rame dorato nello stile tipico dell´ epoca di Carlo IV. I Lobkowicz l´ hanno trovato per caso nella scatola anonima in uno dei suoi castelli negli anni Trenta.

DUE SALE DI ARMERIA 

Nelle due stanze che seguono, sono esposte decine di armi da fuoco dalle collezioni di Lobkowicz del castello Roudnice.

SALA DI BEETHOVEN 

Ora parliamo della musica. Nella stanza dedicata a Beethoven ci aspetta una vera sorpresa. Molti membri della famiglia suonavano strumenti musicali come liuti e mandoline. Molto rare sono cosí dette tabulature, partiture usate nell´ epoca rinascimentale e barocca per suonare gli strumenti musicali da pizzico. Di 28 esemplari 20 tabulature sono scritte a mano, 8 sono stampate. Si tratta della collezione privata piú grande al mondo! Il primo a cominciare a raccogliere musiche verso l´ anno 1700 era il 3.principe Lobkowicz, Ferdinand August.  Tra gli strumenti musicali piú rari troviamo un violoncello proveniente dalla famosa bottega di Andrea Guarneri, ex allievo nella bottega Amati dove imparó il mestiere anche Antonio Stradivari.

Nel 1745 Ferdinand Filip a Londra si incontró  con il compositore tedesco Christoph Willibald Gluck la famiglia del quale per  molto tempo lavoró per i Lobkowicz. Invece di diventare un altro guardaboschi come i familiari, Christoph scappó dalla casa in etá giovane, con un po´ di fortuna e ovviamente grazie al talento musicale studió a Praga, poi viaggió a Milano dove una sua opera lirica ebbe molto successo. Piú tardi riuscí a stabilirsi alla corte viennese, compose del tutto 35 opere. Anche a Parigi lasció le traccie, una delle sue allieve era la disgraziata Marie Antonietta. Gluck diventó amico di Salieri…Torniamo a Londra. Lí 6. principe di Lobkowicz grazie a Gluck conobbe la musica di Handel e alla fine del viaggio portó a Praga la prima edizione stampata degli oratori del compositore barocco. Alcuni anni dopo quando la musica barocca non era piú di moda, Mozart decise di riorchestrare il Messia di Handel e nelle collezioni di Lobkowicz si trova lo spartito  originale scritto da propria mano del grande compositore. É ecezzionale come Mozart ha raddoppiato la posizione dell´ orchestra e rielaborato le note per fare l´ opera piú piena e piú classica.  Per quanto riguarda la musica, il membro più famoso della famiglia Lobkowicz fu probabilmente Josef František Maxmilián Lobkowicz, patrono di Beethoven. I due si incontrarono a giovane etá, il compositore aveva 22 anni, il principe ne aveva due di meno.  D´ ora in poi avrebbe versato a Beethoven il vitalizio grazie a quello il compositore poteva scrivere la musica a proprio piacimento invece di composizioni tradizionali su comissione. Il compositore  dedicò all´ amico alcuni tra i suoi più importanti lavori, inclusa la 3ª, la 5ª e la 6ª sinfonia e il quartetto d’ archi dell’Opera 18. Nella collezione possiamo vedere spartiti originali con le modifiche, correzioni e annotazioni fatte da  Beethoven stesso. La dedica della 3ª sinfonia, Eroica, all´ inizio era destinata a Napoleone ma quando quello si autoproclamó imperatore, Beethoven si arrabbió e dedicó l´ opera a 6. principe di Lobkowicz.

SALA DI PIETER BREUGEL IL VECCHIO 

Il pittore fiammingo tra altro dipinse il ciclo dei quadri chiamato Mesi. Un quadro che rappresenta mesi estivi e intitolato Fienagione si trova nella collezione dei Lobkowicz. Non é piú vero quello che scrive Wikipedia, che il quadro si trova nella Galleria nazionale di Praga, perché é stato restituito ai veri proprietari. Nel palazzo Lobkowicz al Castello di Praga ormai é esposto nella sala dedicata solo ad esso.

SALA DI CARL ROBERT CROLL 

Nel 1840 8.principe Lobkowicz, Ferdinand Josef  incaricó il pittore tedesco Croll a dipingere  possedimenti familiari. Sulle pareti potete ammirare alcuni castelli e fortezze come Jezeří, Střekov, Nelahozeves, Bílina, Vysoký Chlumec e Roudnice nad Labem. Proprio a Roudnice trascorse Martin Lobkowicz la sua infanzia e ricorda come andava in bicicletta per le numerose sale del castello sentendo su di se sguardi di dissaprovvazione degli antenati….

SALA DI CANALETTO 

Giovanni Antonio Canal, conosciuto come Canaletto (per distinguerlo dal padre pittore) é noto soprattutto come il vedutista. Per due anni studió a Roma, poi tornó a Venezia. Grazie alla sua tecnica e notevole abilitá fece grandi progressi e in breve tempo diventó uno dei pittori più affermati di Venezia. I dipinti del Canaletto si distinguono sempre per la loro grande accuratezza. Arrivano clienti importanti. Acquisita una notevole fama, il Canaletto comincia a essere notato dai committenti inglesi: durante il Settecento Venezia era molto frequentata dai giovani dell’ aristocrazia britannica che svolgevano il loro Grand Tour. Canaletto entra in contatto con Joseph Smith, che si rivelò decisivo per la carriera dell’ artista. Smith, ricchissimo collezionista d’ arte e poi console britannico a Venezia tra il 1744 e il 1760, diventa il principale intermediario tra il Canaletto e i collezionisti inglesi. Quindi Smith, dopo essere stato cliente dell’ artista, svolge per lui un ruolo di “mecenate” e di intermediario con la ricca clientela inglese. Peró quando scoppió la Guerra di successione austriaca il mercato del Canaletto si riduce drasticamente,  non arrivano piú visitatori britannici a Venezia. Nel 1746 Canaletto decide di trasferirsi a Londra per sette anni. É allora che dipinge due grandi tele che ormai si trovano nelle collezioni di Lobkowicz. Una delle vedute piú spettacolari di Londra rappresenta la giornata in onore del sindaco di Londra che si sta recando in barca alla cena con i lord di Ammiragliato. Si vede che nel 1748 esisteva solo un ponto su Tamigi. Due tele sono state comprate dal 6.principe di Lobkowicz Ferdinand Filip.

PRIMO  PIANO

SALA CON RITRATTI FEMMINILI 

Tra la famiglia Lobkowicz erano anche pittori. La signora vestita in rosso Ernestina é autrice di tutti i ritratti delle dame di parentela. Beh, sembrano tutte uguali ma insomma…

SALA DEGLI UCCELLI

Se guardate i quadri con attenzione, potete notare che le piume sono vere. Venivano incollate sulle sagome degli uccelli di carta. Purtroppo dopo il lungo tempo trascorso nel magazzino ci voleva un anno intero per il restauro. Le piume sono state ricavate dal pollame domestico, da galline, galli e anche da fagiani.

SALA DEI CANI 

I Lobkowicz hanno sempre amato cani, in questa sala ci sono diversi oggetti che lo testimoniano. Due cani al quadro sono addirittura ritratti, si tratta di Asinus e Korkel.

SALA PIRANESI 

Giovanni Battista Piranesi (1720 – 78) era un incisore, architetto e teorico dell ´architettura italiana. Le sue tavole incise raffigurano Roma antica. Imparó le tecniche dell ´ acquaforte e di incisione su rame. Era nel momento giusto al posto giusto – A Roma cominciarono arrivare i primi turisti. Piú tardi Piranesi aprí la nuova bottega con una stamperia propria. Qui nella sala del palazzo Lobkowicz si trovano 9 vedute sui monumenti della Roma antica.

SALA CINESE 

é decorata da 9 dipinti su seta con i motivi cinesi all´ epoca molto di moda.

SALA DI LEOPOLDINA LOBKOWICZ 

Leopoldina era considerata una vera bellezza. Accanto al suo ritratto si trova quello della madre in abito verde con il quale si abbinano perfettamente gli smeraldi che porta la signora. Il ritratto del marito e padre di Leopoldina Moritz é sulla parete di fronte.

SALA ROCOCÓ 

Il rococó, originato in Francia, é uno stile ornamentale con tipiche curve delicate, fiori, conchiglie, effetti gioccosi, motivi botanici. Gli armadietti esposti in questa sala risalgono al 19.sec, e quindi é un revival del rococó. Dentro si possono ammirare le tabacchiere, ventagli per signora e anche portanei smaltati. Le signore del 18 secolo accentuavano la bellezza appicicando alla faccia minuscoli taffetá neri adesivi. Essendo nella sala, non dimenticate dare un´ occhiata dalle finestre, in pochi posti il panorama di Praga si vede cosí bene.

DUE SALE DI RICEVIMENTI 

Fu Václav Eusebius, il secondo principe di Lobkowicz e l´ unico figlio della signora Polyxena a incaricare architetti italiani per costruire sale di ricevimenti dove intratteneva dignitari e ambasciatori stranieri. Dipinti sul soffitto ispirati dalla mitologia greca, sono l´  opera del pittore ceco Harovník e risalgono alla metá del 17. sec.

CAPPELLA DI SAN VENCESLAO 

La cappella é consacrata a san Venceslao , il santo patrono della Boemia. L´ immagine del santo sull´ altare maggiore é di Petr Brandl, famoso pittore boemo dell´ epoca barocca. Si dice che era qui dove Polyxena di Lobkowicz custodí la statuetta di Bambin Gesú prima di dedicarla al convento dei carmelitani dove si trova tuttora.

Cari ospiti del palazzo Lobkowicz, dopo aver visitato il palazzo, vi suggerisco di andare a vedere il negozio del museo perché vale la pena anche se non comprate niente. Peró d ´altra parte ci sono oggetti che non trovate da nessun´altra parte di Praga. Un po´stanchi? Allora perché non fare una piacevole pausa nel café LOBKOWICZ? Bevendo qualcosa di caldo d´ inverno o fresco d´ estate avrete tutta la cittá come sul palmo della mano. Sono convinta che non rimanete delusi dopo aver visitato uno dei palazzi piú interessanti che potete trovare a Praga.